mercoledì 20 giugno 2012

Self made bike trailer

Come rendere più leggero un viaggio in bici? Con un bike-trailer! Detto all'italiana il carretto.
Ho iniziato a viaggiare in bici diversi anni fa percorrendo le strade di mezza Europa e ho potuto sperimentare gli enormi vantaggi di non avere il peso delle borse direttamente sulla bicicletta. Avere il bagaglio "al seguito" ha come vantaggi una maggiore stabilità del ciclista, molto meno stress meccanico al telaio della bici e alla ruota posteriore e, non so per quali ragioni fisiche, trainare un carico è meno faticoso che portarselo appresso.
Gli svantaggi sono l'ingombro sia su strada che nei trasporti in treno e in aereo e la difficoltà di percorrere strade dissestate o tracciati per mtb.

Per fare il passo da portapacchi + borse a bike trailer le soluzioni sono due:
1) avere più di 300 € e comprarsi un bob trailer con o senza ammortizzatore http://www.bobgear.com/trailers
2) farselo da se


Premetto che io non ho un'officina meccanica, quindi mi sono dovuto arrangiare: materiali facili da lavorare, legno, alluminio, niente saldature e attrezzi base, trapano, lima, seghetto...

Il primo prototipo (il secondo è in costruzione in questi giorni) mi ha portato i bagagli da Innsbruck a Vienna e ritorno e poi in Francia nell'Alta Provenza, per almeno 3000 km. Funziona bene ma può essere migliorato.

Per costruirlo mi sono ispirato all'Aevon http://www.aevon-trailers.com/2009/?lang=en, secondo me il migliore.

Materiali utilizzati:
  • Forcella di una vecchia mtb
  • Ruotino da 16" rubato alla bici di un bimbo al parco ;-)
  • Parafanghi di una vecchia bici da città
  • Pannello in legno multistrato dim. 40x60 cm spessore 8 mm
  • Tubo in alluminio
  • Attacco manubrio da mtb
  • Bulloni, dadi, rondelle e barre filettate.
La cifra per quanto sopra è di gran lunga al di sotto dei 50 €.

La parte più difficile è piegare il tubo di alluminio, bisogna farlo a caldo, io ho utilizzato la pistola per sverniciare e un ceppo in legno per dare la forma.
Bisogna che il tubo segua la curva della ruota posteriore, facendo attenzione che, a pieno carico, il carretto flettendo non rischi di toccare la ruota.

Schema tecnico di assemblaggio... un po' grezzo ma funzionale...

Un po' di fantasia per la grafica !

L'aggancio al canotto della sella è la parte più complicata e deve avere i due movimenti rotatori in due punti distinti, altrimenti il trailer non funziona.

Accessori vari

Il risultato ottenuto è molto simile a quello di questo video:



Spero che quanto sopra vi possa servire e attendo poi i vostri commenti, consigli, idee.
Buon Viaggio ! 




venerdì 8 giugno 2012

Area download


Da oggi il blog Ciclocrazia ha una nuova area download.
Vorrei raccogliere in questa pagina tutti i materiali indispensabili ad un ciclista urbano motivato!
Scaricate, stampate e diffondete!

domenica 14 febbraio 2010

Un po' di storia


"Nel 1860 fu inventato un aggeggio in grado di accrescere in maniera sostanziale la resa energetica: la bicicletta. Questa macchina semplice e compatta riusciva a rendere il movimento umano fino a quattro volte più potente. Pedalando senza fretta per un'ora si percorrevano 9 chilometri, il doppio della distanza coperta nello stesso tempo camminando di buon passo. La bicicletta richiedeva una manutenzione limitata e i materiali umili con cui era costruita ripagavano ampiamente dell'investimento in termini di energia. A differenza del treno, che necessitava di montagne di carbone, e dei carri, che sfruttavano il metabolismo animale, la bicicletta era piccola ed efficiente, e veniva azionata dall'uomo. [...]
Nell'edizione del 3 gennaio 1899 [del New York Times n.d.r.] si leggeva:

C'è un mistero intorno a questi veicoli di nuova concezione. Sono di una bruttezza indicibile e nessuno di essi ha mai avuto un bel nome o almeno un nome durevole. I francesi, i quali, se non altro, sono solitamente ortodossi nelle questioni etimologiche, hanno coniato «automobile», che essendo per metà greco e per metà latino è talmente indecente che lo stampiamo con una certa reticenza.

Oltre a essere brutte e indecenti, le auto non erano molto efficienti come mezzi di trasporto per le persone. Anche le auto di oggi, a parità di distanza, richiedono tre volte più energia dei treni e trenta volte più della bicicletta."

Tratto da: Sonia Shah, Oro nero - Breve storia del petrolio, Mondadori, Milano, 2005

mercoledì 25 novembre 2009

LA PROPOSTA DELLE PROPOSTE



Articolo scritto per la rubrica "Proposte e Progetti" del sito Bici & Basta

Secondo voi qual'è la proposta più estrema di tutte?
Lo dico?... so già i commenti... mi darete dell'estremista... e chi se ne frega!... lo dico.
CHIUDERE IL CENTRO AL TRAFFICO AUTOMOBILISTICO PRIVATO !!
Ve la dico in altro modo: "Tu in auto in centro non ci giri più, nè di giorno, nè di notte, neanche al sabato pomeriggio ! La vasca in via Roma la fai a piedi o in bici"
L'idea è quella di permettere il transito al centro soltanto ai residenti per uscire ed entrare, con la possibilità di parcheggiare in posti auto assegnati nei pressi dell'abitazione. In questo modo si eliminerebbero molte auto dalle strade e si potrà liberare spazio per far circolare bici, pedoni, mezzi pubblici elettrici (tipo la linea star) e taxi (magari a metano) ognuno sui propri percorsi specifici. Ogni via avrà la corsia per i veicoli a motore e quella per le biciclette e il marciapiede per i pedoni. In ogni via sarà eliminata almeno una fila di parcheggi garantendo più spazio per tutti.
Sembra follia, eppure è possibile. Guardate gli splendidi risultati ottenuti dalla pedonalizzazione di via Lagrange. Si può passeggiare liberamente in centro strada guardando finalmente le facciate dei palazzi, le attività commerciali hanno raddoppiato le vendite: ci sono lati positivi per il passante, per il residente e per il lavoratore.
L'idea della pedonalizzazione dell'intero centro (all'interno del quadrato formato dal lungopo, c.so Vittorio, c.so Palestro, c.so Regina e c.so S. Maurizio per esempio) è ciò che la maggior parte delle città europee ha realizzato negli ultimi anni, favorendo il turismo, il commercio, ecc...
Dal punto di vista strategico, liberato il centro dai veicoli privati, sarà facile potenziare i mezzi pubblici e si potrà creare in tutta sicurezza un servizio di bike sharing.

A Torino c'è un piccolo problema. La politica degli ultimi anni, assai lontana dagli esempi europei, ha favorito la realizzazione di un gran numero di parcheggi interrati situati nel cuore del centro cittadino.
Oggi alle soglie del 2010, di fronte all'evidenza dell'insostenibilità delle automobili nei centri urbani, si sta lavorando freneticamente alla realizzazione dell'ennesimo parcheggio interrato, quello di Palazzo Nuovo. Immaginiamo se tutti questi milioni di euro fossero investiti in progetti intelligenti di mobilità sostenibile, che paradiso potrebbe essere la nostra città. E' inutile che tornando da Amsterdam, Berlino e molte altre città europee... ci si stupisca dei loro ottimi mezzi pubblici sempre puntuali ed impeccabili delle loro piste ciclabili, i soldi basta saperli investire!
Questo tipo di politica ha il solo scopo di raccogliere i consensi, consolidando la cattiva abitudine dei torinesi ad utilizzare l'auto anche per i più piccoli spostamenti. Se oggi avessimo più possibilità di parcheggio al di fuori dell'area centrale si potrebbe da subito mettere in pratica una considerevole pedonalizzazione del centro con vantaggi enormi per tutti.


martedì 10 novembre 2009

CICLOPROIBIZIONISMO



Con il recente pacchetto sicurezza si applica la patente a punti anche ai ciclisti. Ecco come questo governo si pone nei confronti dell'uso della bicicletta. La norma va ad aggiungersi ad un codice della strada che tratta la bicicletta, o meglio il velocipede, come l'ultimo degli aventi diritto.
Perché un cittadino che decide di utilizzare la bicicletta come mezzo di trasporto, quindi di non inquinare, quindi di non creare traffico, viene considerato uno sfigato?
La risposta è semplice: il mercato dell'auto è molto potente. Pensate che possa avere perdite dovute ad una politica basata sull'inadeguatezza delle automobili nelle zone urbane?
Se una sera andate al cinema vi dovrete sorbire le numerose pubblicità delle case automobilistiche. Ecco la Fiat Punto che corre su una strada nel verde lasciando una profumatissima striscia blu, oppure la nuova berlina Mercedes che viene presentata come mezzo migliore per raggiungere un centro storico di un paesino, o ancora l'Alfa Mito che spara tipo videogame a dei barili di petrolio esaltando il falso mito dell'abbattimento delle emissioni in una pubblicità di una bruttura davvero vomitevole, è poi il turno di una Lancia... siamo in un cinema Torinese e mamma Fiat non può permettersi che i suoi cittadini si rendano conto di quanto la loro vita migliorerebbe lasciando il bolide in garage. Insomma vera e propria dittatura. Dopo il Presidente del Consiglio, il mercato dell'automobile è il secondo sfruttatore dei media italiani.
Sicuramente chi possiede una televisione potrà aggiungere alle pubblicità nei cinema, sulle riviste, lungo la strada, ore di bombardamento cerebrale tramite il tubo-catodico.
Ed è proprio quando le due peggiori invenzioni dell'umanità si incontrano (auto e TV) che si riesce a passare il messaggio negativo nei confronti delle biciclette. Mi riferisco alla pubblicità della Fiat Palio di una decina di anni fa, dove un ciclista appoggiava la sua manina sudata sul cofano di quel "gioiello" di automobile e ne pagava le conseguenze. Il messaggio voleva essere ciclista bastardo, automobilista intelligente. Sappiano i signori autosauri che questo spot, che tanto vi ha fatto ridere, è totalmente irreale, nel traffico urbano infatti una bicicletta è molto più agile di un automobile e non capiterà mai che queste si trovino affiancate a due semafori consecutivi.

Mi è capitato di recente girando in bici:

- Piazza Vittorio. Attraverso sulle strisce in sella alla mia bici, violando gravemente il codice della strada. Combinazione una volante della polizia si trova a passare di lì in quel momento. Il poliziotto accelera anziché frenare: "MANCATO!" grido io... lui mi fa notare la mia infrazione, io gli ribadisco che dovrebbe rispettare le biciclette. Il poliziotto abbandona sgommando.

- Pista ciclabile C.so Siccardi. Sono fermo al semaforo rosso, un motociclista con una Goldwing (motosaurus incallitus) mi chiede strada, mi sposto a destra, lui occupa le strisce pedonali e parte a tutta allo scattare del verde. Dopo 7 pedalate lo trovo incagliato sulla pista ciclabile tra un auto un po' sporgente e il marciapiede. Mi prendo il gusto della rivincita e lo stordisco con la bitonale che ho montato sul manubrio per le grandi occasioni! Poi devo passare sul marciapiede, il poveretto è davvero malmesso e non gli entra la retro !!!

AUTO-MUNITO... AUTO-PUNITO

Piccola guida per un sereno avvicinamento al posto di lavoro.


Avete un'età compresa tra i 30 e i 60?
Vivete fuori Torino?
Lavorate in Torino?
Lo so, lo so , siete tanti, io sono uno di voi.
Vivo nel chierese e lavoro a Torino, ovvero faccio parte di quei lavoratori che alla domanda: "Perchè in città non ti sposti in bici?" rispondono: "Ma io vivo fuori Torino, cosa dovrei fare, farmi 20 km su strade trafficate, magari in salita?! Per arrivare a lavoro, sempre che io ci arrivi vivo, dovrei partire alle 6 da casa!"
Giusto! Tutto vero.
Ora rispondi a questa domanda caro abitante dell'interland torinese. Poniamo che tu abiti a 20km dal tuo posto di lavoro, ipotizziamo che tu debba percorrerne 15 su strade extraurbane e 5 in città. La media di percorrenza dei 15km extraurbani, considerato il traffico della mattina, si potrà aggirare intorno ai 50km/h, quindi circa 18 minuti. La media di percorrenza dei 5km urbani, invece, è difficilmente calcolabile, ma ti assicuro, e tu lo sai bene, che ci potrai mettere dai 40 ai 60 minuti, senza considerare che dovrai anche cercare un parcheggio e nella maggior parte dei casi pagarlo profumatamente.
Ora ti dico come ho risolto: percorro i 15km extraurbani in auto con la bici al seguito (è un peccato che dalle mie parti non ci siano treni che mi possano evitare di prendere l'auto), mi fermo in periferia, prima di poter rimanere imbottigliato nel traffico e dove il parcheggio è ancora non a pagamento. Quindi proseguo in bici fino al posto di lavoro con una media dei 15-20km/h, superando centinaia di veicoli incagliati nel traffico mattutino.
In tutto, da quando esco di casa, impiego 35 minuti! Questa è vita !!
Bisogna soltanto avere pazienza e per le prime volte partire in anticipo per sperimentare l'area di parcheggio ottimale.
Considera sempre che meno km si percorrono in auto in città, più tempo si risparmia.
Nel tragitto "pedalato" cerca di evitare i corsi principali e trafficati, prediligi le vie secondarie, ricorda che in bici si possono percorrere parchi e giardini.
L'obbiettivo da porsi è quello di limitare il più possibile le interazioni automobilistaincazzato-ciclistarilassato...
La cosa migliore è studiarsi il percorso prima, magari utilizzando strumenti come google maps o simili.
Dopo anni di esperienza io sono riuscito a trovare, non uno, ma tre o quattro itinerari equivalenti, in modo da poter variare e rendere meno noioso ed alienante l'avvicinamento al lavoro, o permettermi di fare delle piccole commissioni lungo il percorso, prima di entrare.